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In Rights We Trust – Editoriale

In Rights We Trust – Editoriale


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Credere alla forza riequilibratrice dei diritti umani può sembrare un’utopia in questo momento, ma proprio perché viviamo un periodo che violenta il diritto in ogni sua forma, caparbiamente crediamo nel ruolo della nostra Fondazione. 

Oltre alle guerre in corso colpisce l’assuefazione alla guerra, all’ineluttabilità del riarmo. Potenti lobby minimizzano la crisi climatica. Uomini di governo definiscono esagerazioni le violenze sulle donne. C’è chi mette in dubbio i dati sulle disuguaglianze sociali in crescita e chi addirittura le considera uno sprone. È inutile lanciare allarmi sull’intelligenza artificiale per poi continuare ad affidare le soluzioni alle Big Tech che la producono, facendo affari d’oro.

I cambiamenti politici in corso qui in Europa come negli Usa sono intrecciati a questa narrazione: la riduzione dei diritti basilari avviene con il consenso popolare, come se togliere un diritto ad una categoria di persone portasse benefici ad un’altra. Un egoismo che almeno in parte è figlio della paura di perdere il proprio benessere ed è continuamente alimentato da chi vuole smontare il sistema dei diritti umani paritari e universali. 

Qui non c’entra la contrapposizione tra “buonismo” e “contrattualismo”: è in gioco – come non succedeva dal Cretaceo – l’esistenza stessa dell’umanità. Crediamo sia un nostro preciso compito denunciarlo ed essere parte di quella parte di società che si impegna per evitare che accada. 

Ecco perché abbiamo deciso di ribaltare il motto che si trova sull’iconica banconota da 1 dollaro: noi di Fondazione Diritti Umani preferiamo “In rights we trust”. Perché se credi nella forza dei diritti umani puoi provare a cambiare le cose. Partendo dai più giovani, che esprimono istanze e progettualità, basta dargliene la possibilità, come cerchiamo di fare con i nostri percorsi didattici nelle scuole italiane (e anche all’estero). Utilizzando linguaggi già sperimentati come rassegne cinematografiche, presentazioni di libri, mostre fotografiche e altri più innovativi, come la gamification, i fumetti, i podcast. E naturalmente con il Festival dei Diritti Umani, che nel 2025 arriverà alla sua decima edizione. 10 anni in cui i diritti umani sembrano essere finiti in retromarcia, considerati dispendiosi. È così? L’idea che ci possano essere più libertà per alcuni, che un diritto uguale per tutti non sia più conveniente è già un pensiero egemone? Noi scommettiamo sul no. E se anche tu credi nei diritti reagisci ed entra a far parte della Fondazione Diritti Umani.